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Stuart Pearson “Mojave” - Country dark dal profondo del deserto


“Mojave” è un country forte, con atmosfere cupe, dark, in cui converge una gran ricerca musicale. L’album è composto da una mole notevole di strumenti e le tracce sono suscettibili di interessanti variazioni stilistiche a testimonianza di un lavoro eclettico e ricercato.



Dai Through the Woods ad oggi

Stuart Pearson è un cantante/cantautore originario di Long Island che scrive canzoni da quando aveva sette anni. Nel 1995 ha fatto parte della band Through the Woods, votata band dell'anno dalla National Academy of Songwriters. Era una band di cinque elementi che usava 19 strumenti sul palco: cose come ruote di bicicletta, chitarre ad arco, tuba, glockenspiel, ghironda, squeezebox, banjo, coprimozzi, sax, clarinetto e così via. Suonavano quella che ora si chiama "Dark Americana".

Così Stuart ha iniziato a esibirsi nei ristoranti e nei caffè di Los Angeles, servendosi di uno slinky, una scimmia giocattolo che suona i cembali, giocattoli telecomandati, una fisarmonica, una ghironda e altri oggetti in plastica per coverizzare le canzoni hip-hop e metal. Questo lo portò ad esibirsi nel Taste of Chaos Tour e nel Warped Tour. Stuart sta ora proiettando ombre con due album: "Dark Americana: Stories and Songs" e "Mojave" con l'aiuto della moglie e del paroliere Hunter Lowry. Queste canzoni sono istantanee dei toni sbiaditi color seppia di lotte americane con il peccato e la redenzione. Parla di persone cattive che prendono decisioni sbagliate.


Tanti strumenti e ricerca


"Mojave" è il secondo di una serie di album di dark Americana. Mentre il primo album, "Stories and Songs" ha preso temi di due secoli fa e li ha trasformati con una mentalità leggermente psichedelica, "Mojave" è più focalizzato sul riflettere sulla vita, la morte e i problemi nelle piccole e fatiscenti città che punteggiano il deserto del Mojave. Queste città a volte non sono più che pochi edifici; alcuni abbandonati, altri che fungono da pit-stop solitario per gli automobilisti di passaggio. Scheletri di case in rovina piegano l'indice in un gesto di benvenuto per visitare le loro viscere (o i resti strappati, lacerati e marci che si trovano ancora a ridosso dell'autostrada).

In un contesto oscuro, a volte claustrofobico, si va a insinuare la voce di Stuart, una voce ciclopica con un timbro che ricorda vagamente quello del grande Johnny Cash. “Mojave” è un country forte, con atmosfere cupe, dark, in cui converge una gran ricerca musicale e dove si vanno a mescolare tanti suoni diversi. L'album è composto da una mole notevole di strumenti e le tracce sono suscettibili a interessanti variazioni stilistiche, a testimonianza di un lavoro eclettico e ricercato. Da segnalare anche le preziose collaborazioni, su tutte quella di Hunter Lowry che in One Cut canta una sorta di ninna nanna con la sua voce magistralmente angelica. Nell'album si va da un country-folk classico come in Like a House with Broken Windows e Tomorrow’s Gonna Hunt You Down ad altre con un cantato più greve e sonorità dark come in Down the Ravine e Dragging the Lake (On the Day of the Dead), che presenta anche spiccate influenze blues. Infine, in The Interstate si tocca da vicino lo psychobilly.


La caducità delle cose


I testi sono particolarmente profondi e attraverso una modalità molto descrittiva riflettono la corruttibilità delle piccole cose dell'esistente, i segni del tempo e il senso di rattristante irreversibilità che lasciano dietro di sé l'amara consapevolezza dell'individuo che la vita è in qualche modo consustanziale alla morte.


“Like a house with broken windows

The voices waft out and waft in.

Painted words on the crumbled drywall

List all of the bad men I've been.

And the weeds push through the cracked foundation

As the earth reclaims my mistakes

And the wind through broken windows cries

Ahh oooh...


Like a house with broken windows

With shards of glass under foot.

Rays of light beam through the ceiling

That fell into ashes and soot.

I can hear the long-haul semis on the highway

Their horns howling low and alone.

As the wind through broken windows cries

Ahhh oooh”


“Come una casa con le finestre rotte

Le voci si diffondono fuori e dentro.

Parole dipinte sul muro in cartongesso sbriciolato

Elencano tutti gli uomini cattivi che sono stato.

E le erbacce spingono attraverso le fondamenta incrinate

Come la terra reclama i miei errori

E il vento grida attraverso le finestre rotte

Ahh oooh...


Come una casa con le finestre rotte

Con schegge di vetro sotto i piedi.

Raggi di luce attraversano il soffitto

Che cadde in cenere e fuliggine.

Riesco a sentire i semirimorchi a lungo raggio sull'autostrada,

Le loro corna ululano basse e sole.

Mentre il vento grida attraverso le finestre rotte

Ahhh oooh”


Il testo di Like a House with Broken Windows, tramite espressioni poetiche descrive un paesaggio desolato che funge da metafora della caducità che ricade su tutto l'esistente e più in generale sulla vita.


Parole ancora più lancinanti si ritrovano in Dragging the Lake:


“Been walking these streets since I woke up alone

My love lies deep in dark despondence

Tears of grief, tears of loss, tears of love

And I look on with gentle fondness

Can't seem to find the me she's speaking of

Cherry tops blaze in the gathering dark

Little kids gape through the fence at the park

Watching from here like I'm part of the throng

The party's for me but I can't play along

The mad parade, so loud and gaudy

Screams of life, screams of life, screams of life

But I'm lost here without my body

Facing night, only night, always night”


“Ho camminato per queste strade da quando mi sono svegliato da solo

Il mio amore giace nel profondo dell'oscuro sconforto

Lacrime di dolore, lacrime di perdita, lacrime d'amore

E guardo con dolce affetto

Non riesco a trovare il me di cui lei sta parlando

Le cime dei ciliegi divampano nell’oscurità che si addensa

I bambini piccoli restano a bocca aperta attraverso il recinto del parco

Guardando da qui come se fossi parte della folla

La festa è per me ma non posso stare al gioco

La folle parata, così rumorosa e sgargiante

Urla di vita, urla di vita, urla di vita

Ma sono perso qui senza il mio corpo

Affronto la notte, solo la notte, sempre la notte”


Lo stile poetico è ulteriormente accentuato per fotografare una condizione esistenziale di alienazione e di insensatezza che si concretizzano da una parte in un dolore intimo, dall'altra in una totale inazione nei riguardi della vita.


“Mojave” è un album che comprende 10 brani ed è una composizione originale dotata di contenuti elevati, che alla musica country abbina tematiche tipiche della gothic music.


Un album da ascoltare liberando la mente dalle banalità della routine quotidiana, lasciandosi trasportare dai suoni dei numerosi strumenti impiegati e dalla voce avvolgente di Stuart.



Tracklist




 




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