Indro Fiume nasce alla fine del 2020 dalle ceneri di Harìa, successivamente alla realizzazione dell'EP omonimo. Il progetto assume quindi una narrazione musicale più intima e viscerale, avvicinandosi a un cantautorato ermetico e personale, nel quale le chitarre elettriche diventano il ponte tra atmosfera e densità emotiva delle liriche, ispirandosi alla matrice del rock wave degli anni '80, ma mantenendo nell'essenza la sua forma embrionale con la quale rappresenta una poetica e romantica visione di un uomo o di più uomini e la loro ricerca di una posizione nella dimensione sensibile.
Indro Fiume è un progetto che ha visto la sua genesi a Venezia da un'idea di Giovanni Conigliaro alla fine del 2020, che attualmente coinvolge alcuni musicisti impegnati nella preparazione dei brani presenti nell'album, che condividono l'obiettivo comune di portarlo sui palchi di club, festival e situazioni in cui si possa respirare l'atmosfera di un'esperienza immersiva tra ermetismo, chitarre eteree ed echi di post punk e new wave.
Fiori d'Ombra è un brano inserito nell'LP "Io Non Sono Qui" uscito lo scorso 27 ottobre per Seahorse Recordings. Una rieducazione sentimentale attraverso un attento studio personale transmusicale rappresentato dalle undici tracce le cui liriche fanno intuire come la visione personale dell'individuo sia elemento portante della struttura dei brani, i quali tendono alla ricerca di una realtà che per definizione non è univoca ma dipende dalla morfologia del linguaggio e dalla percezione di ogni singolo individuo: così come la scrittura crepuscolare ed elusiva apre a diverse interpretazioni, allo stesso modo questo disco non si focalizza sul bianco o sul nero, ma rimane apparentemente sfocato tra una gradazione e l'altra dei colori spettrali, nell'intento di afferrare l'irraggiungibile.
Fiori d'Ombra, in cui i fiori rappresentano rinascita e rivendicazione, si sfiorano al chiaroscuro del crepuscolo per sussurrare alla nostra coscienza: tu sei qui e ora, ma qui e ora non è assoluto, tu sei in un altro istante e in altri mondi. Nel brano, di cui è presente anche una versione live acustica, il narratore cerca di sussurrare oltre i limiti fisici a entità che abbiano la capacità di ascoltare le vibrazioni della sua voce, le sue intenzioni e la sua ricerca insaziabile e infinita di verità, tra le ritmiche costanti ma decise, tra chitarre riverberate che sfociano in una quasi sibillina ma intensa espressione post-rock, passando per delicati fraseggi di piano e per sfociare in un impeto in cui la voce crescendo tenta di farsi sentire là dove ancora non era stata ascoltata.
Di seguito la versione acustica della traccia:
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