In "Rorschach" c’è tutto: un universo metal che abbina headbanging e meditazione, sounds psichedelici con paesaggi sonori melodici e malinconici; il tutto in un’atmosfera ombrosa e affascinante che esplica bene la potenza e la portata del messaggio dell’album
Nascita ed evoluzione degli Havok
Nato nel 2003 nel sud della Svezia, Havok ha sempre cercato di allontanarsi il più possibile. L'evoluzione dai fondamenti e il non stabilirsi mai hanno reso la musica una forza da non sottovalutare.
Havok è ora un gruppo di due musicisti con Mahan Haddad (Ahmadi) che si occupa di chitarre, basso e tastiera mentre Johan Cronqvist è impegnato a suonare la batteria e scrivere arrangiamenti orchestrali.
Una metafora sull’esistenza
Con "Rorschach", gli Havok tornano alle loro radici death metal.
In effetti, "Rorschach" è la continuazione di ciò che hanno iniziato quasi vent'anni fa. Un viaggio di riflessione, lastricato di lotte di esistenza e di sfida. Cos'è la realtà, se non una macchia d'inchiostro sulla tela nera, come la pece dello spazio e del tempo?
Le prime canzoni registrate sono state completate alla fine del 2018. A quel punto stavano finendo l'EP "Imago", ma hanno deciso che volevano che la loro prossima uscita fosse un album completo. Dalla rinascita di Havok nel 2016, hanno quindi lavorato su canzoni che onorassero la loro eredità pur continuando a portare qualcosa di nuovo.
L'album è un omaggio alla dualità, all'opposizione e all'occhio di chi guarda; come l'equilibrio del mondo risieda in due cose apparentemente identiche.
L’album oltre a disegnare paesaggi sonori oscuri è prima di tutto una metafora sull’esistenza, sull’aspetto ineffabile della realtà, dell’essere e di tutto l’esistente, un’opera che scava a fondo fino a fare male, ma è un dolore saggio, vero, autentico che suona quasi consolatorio in quanto deriva da un sapere profondo, interiore, da una capacità di guardare oltre e afferrare i sub significati nascosti di ciò che ci circonda e della vita stessa. Nelle liriche di Rorschach vengono affrontati temi nichilistici come il mal di vivere, il dolore, la morte, la melanconia e la funzione demoniaca del tempo.
“Restlessness keeping me awake
An ache to deliver, to prevail
While Infinity slithers like a snake
Breathe out, inhale
Try escaping the void
To never be forgotten
I will fade like a bad polaroid
Discarded, cursed and rotten
My white whale is my legend
The one I chase to the edge
The one I never reach
The grey man on the ledge.
So I turn to the stars
Thinking we’re all stellar trash
We burn hot and die fast
Residue of cosmic ash
At that fathomless depth
Where everything is black
I catch a glimmer
And a gleam glances back
As it is said
if you stare into the abyss
invite the demons to your bed
it's a strange kind of bliss
What will remain
when my body is dust
everything and nothing is in vain
I'll shed my human crust
My legend will fade
But so will all
As my time comes to a halt
Nothing is unmade
At that fathomless depth
Where everything is black
I catch a glimmer
And a gleam glances back
As it is said
if you stare into the abyss
invite the demons to your bed
it's a strange kind of bliss
What will remain
when my body is dust
everything and nothing is in vain
I'll shed my human crust
My legend will fade
But so will all
As my time comes to a halt
Nothing is unmade
Oh, white whale
Return to me again
Diamond skin so pale
Come relieve my pain
Oh, white whale
satisfy my cruel needs
The river in my barren vale
In my soil plant your seeds
Restlessness keeping me awake
An ache to deliver, to prevail
While Infinity slithers like a snake
Breathe out, inhale
Try escaping the void
To never be forgotten
I will fade like a bad Polaroid
Discarded, cursed and rotten
Oh, white whale
Return to me again
Your diamond skin so pale
Come relieve my pain
Oh, white whale
satisfy my cruel needs
Be the river in my barren vale
In my soil plant your seeds”
"L'irrequietezza mi tiene sveglio
Un dolore da consegnare, da prevalere
Mentre l'Infinito striscia come un serpente
Espira, inspira
Prova a scappare dal vuoto
Per non essere mai dimenticato
Sbiadirò come una cattiva Polaroid
Scartato, maledetto e marcio
La mia balena bianca è la mia leggenda
Quello che inseguo fino al limite
Quello che non raggiungo mai
L'uomo grigio sulla sporgenza.
Quindi mi rivolgo alle stelle
Pensando che siamo tutti spazzatura stellare
Bruciamo e moriamo velocemente
Residuo di cenere cosmica
A quella profondità insondabile
Dove tutto è nero
Colgo un barlume
E un bagliore guarda indietro
Come si dice
se guardi nell'abisso
invita i demoni nel tuo letto
è uno strano tipo di beatitudine
cosa resterà
quando il mio corpo è polvere
tutto e niente è vano
Perderò la mia crosta umana
La mia leggenda svanirà
Ma così sarà tutto
Quando il mio tempo si ferma
Niente è disfatto
A quella profondità insondabile
Dove tutto è nero
Colgo un barlume
E un bagliore guarda indietro
Come si dice
se guardi nell'abisso
invita i demoni nel tuo letto
è uno strano tipo di beatitudine
Cosa resterà
quando il mio corpo è polvere
tutto e niente è vano
Perderò la mia crosta umana
La mia leggenda svanirà
Ma così sarà tutto
Quando il mio tempo si ferma
Niente è disfatto
Oh, balena bianca
Torna di nuovo da me
Pelle di diamante così pallida
Vieni ad alleviare il mio dolore
Oh, balena bianca
soddisfare i miei crudeli bisogni
Il fiume nella mia valle sterile
Nella mia terra pianta i tuoi semi
L'irrequietezza mi tiene sveglio
Un dolore da consegnare, da prevalere
Mentre l'Infinito striscia come un serpente
Espira, inspira
Prova a scappare dal vuoto
Per non essere mai dimenticato
Sbiadirò come una cattiva polaroid
Scartato, maledetto e marcio
Oh, balena bianca
Torna di nuovo da me
La tua pelle di diamante è così pallida
Vieni ad alleviare il mio dolore
Oh, balena bianca
soddisfare i miei crudeli bisogni
Sii il fiume nella mia valle sterile
Nella mia terra pianta i tuoi semi”
White Whale è forse il testo che forse esprime in maniera più significativa la filosofia di Rorschach. Con uno stile raffinato e una lirica poetica da paroliere di alto lignaggio, il testo degli Havok ci invita a una profonda riflessione. Attraverso la metafora della balena bianca si riflette sul senso di finitudine dell'essere al cospetto dell’infinitamente grande dello spazio-tempo cosmico. Si affronta il tema dell’oblio dell’essere in seguito alla prova finale a cui è destinato l’uomo, ovvero la morte. Una poesia dell’esistenza e della necessità universale carica di simbolismi ed eleganti metafore che ci tocca nel profondo e ci innalza spiritualmente ed intellettualmente.
Rorschach: headbanging e meditazione
"Rorschach" è un album con tonalità grevi e scure tipicamente death metal. Un ritmo forsennato con percussione dirompente e chitarre elettriche indiavolate, talvolta nelle intro dei brani vi sono influenze psichedeliche, a volte si scorgono in maniera latente sonorità di provenienza orientale. Un tema ricorrente in tutto l’album è dato da bridge che spaccano in due le canzoni, andando a determinare una struttura melodica particolare; quasi tutte le otto tracce dell’album hanno una durata superiore ai cinque minuti, Mercury Mirros arriva addirittura a nove, ed è proprio qui che si riscontra una sorta di “più canzoni in un unica canzone”: la traccia infatti attraversa diverse fasi, dopo una partenza decisamente aggressiva ecco che verso il terzo minuto la canzone cambia pelle, assumendo tempi molto più lenti con una maggiore espressività drammatica e malinconica, una fase intermedia che spacca la canzone in più tronconi, un'intro dinamica, una seconda fase lenta e malinconica, una terza fase caratterizzata di nuovo da ritmo aggressivo e cantato growl, e infine una parte finale più riflessiva con riff cantato a voce “pulita”.
Uno stile decostruzionista ricorrente nell’intera opera, in grado di generare un intenso ed efficace gioco di tensione.
In questo album c’è tutto: un universo metal che abbina headbanging e meditazione, sounds psichedelici con paesaggi sonori melodici e malinconici, il tutto in un’atmosfera ombrosa e affascinante che esplica bene la potenza e la portata del messaggio all'interno dell’album.
Comments