L’EP di debutto di ExxoStack, Ostinatopia, è un lavoro complesso che attinge da molti strumenti e mescola elementi molto diversi tra loro, come la musica neoclassica con quella folk, musica colta che si fonde con influssi pop ecc. Il risultato è un cocktail di ottima riuscita, contenente piacevoli effusioni armoniche che determinano melodie uniche per palati fini.
Fare musica senza scendere a compromessi
ExxoStack è un progetto un progetto musicale avviato dal polistrumentista e produttore autodidatta Jonathan Gabriel Jr, che tra l’altro è anche il tastierista dei Phoenix, le band progressive metal “Phoenix & Dragon” e “DemiAura”, con sede in Arizona.
Il progetto è nato nel 2016 mosso dalla volontà di riscoprire vecchi lavori incompiuti colorandoli con l’estetica dell’industria musicale odierna.
Con ExxoStack Jonathan fa un passo verso le proprie origini artistiche, svincolandosi da qualsiasi compromesso senza preoccuparsi troppo del risultato in termini di ascolti; d’altronde la musica, come tutte le arti, è tale solo se liberata dalla gabbia della logica quantitativa-competitiva del mercato.
Il progetto rappresenta anche una sorta di percorso individuale di riflessione, volto all’umile autoeducazione nella produzione musicale da autodidatta da parte del polistrumentista.
Un occhio di riguardo per il cinema
ExxoStack ha in suo seno sounds provenienti da diversi stili musicali ed è un progetto che si è evoluto parallelamente alla crescita ed alla maturazione artistica del suo fondatore: ExxoStack si è infatti gradualmente evoluto verso sonorità progressive metal costellato da una vasta gamma di influenze che vanno dal new age e neo-classic al pop e al folk, alla world music fino al technical death metal.
Inoltre è fortemente ispirato dalle opere di Vince Dicola e di Yanni e mira ad entrare nell’industria della musica da film. Difatti in molti brani di ExxoStack è possibile rintracciare uno stile atmosferico da soundtrack cinematografica.
La musica da film è in parte un affare di famiglia. In questo senso Jonathan è cresciuto in un contesto culturale atto a favorire questa direzione. Calcando le orme del padre musicista e scenografo che lavora nel cinema indipendente in USA e nelle Filippine, Jonathan aspira anche a comporre e produrre trailer music e colonne sonore per film, TV, pubblicità, giochi e sport nel prossimo futuro.
Jonathan è anche un accanito fan dei fumetti tradizionali e delle graphic novel, e lavora anche come illustratore. Sta imparando come costruire il suo franchise di fumetti e contemporaneamente sviluppa abilità per realizzare il suo sogno di lavorare come storyboard artist nel cinema.
I primi lavori
Le prime pubblicazioni di ExxoStack risalgono allo scorso anno. Con “Neopallium” un lavoro che raccoglie due tracce completamente strumentali: Autotelic Storm, fortemente atmosferico, nella intro porta dietro sé un velo di mistero, ma i suoni si fanno via via più tumultuosi nella seconda metà della canzone in un crescendo progressivo di ritmo che ben si sposerebbe con una dinamica narrativa da action movie.
Epigenetic Transcendence invece presenta sonorità più posate ed eteree almeno nella parte iniziale, ma come Autotelic Storm aumenta di ritmo in progressione. Si tratta comunque di due composizioni che per tonalità, complessità sperimentale e capacità espressive di drammatizzazione si avvicinano molto alla musica da cinema.
Sempre al 2020 risale la pubblicazione di “Cloud” composto da due brevissime tracce da un minuto, The Zeigarnick Effect e Theta Flow. In questo album si può rilevare tutto il repertorio hard rock di Jonathan. Le tracce infatti sono dominate dai suoni grevi delle imponenti chitarre elettriche e dal forte trambusto percussivo della batteria. “Cloud” ha potenzialmente tutto per essere la base di un pezzo death metal.
Ostinatopia: musica per palati fini
Il primo vero e proprio EP di ExxoStack è “Ostinatopia”, uscito il 13 agosto 2021. Il lavoro più maturo e più completo poiché si inscrive ad un alto livello di complessità compositiva ed esplica molto bene l’ambizione eclettica del progetto.
L’EP si contraddistingue per un elevato spessore culturale in quanto ricco di svariati riferimenti stilistici. Sarebbe riduttivo inquadrarlo in un genere ben definito; per convenzione potremmo classificarlo come un progressive rock molto aperto.
“Ostinatopia” è un lavoro complesso che attinge da molti strumenti e mescola elementi molto diversi tra loro come la musica neoclassica con quella folk, musica colta che si fonde con influssi pop e via dicendo.
Il risultato è un cocktail di ottima riuscita contenente piacevoli effusioni armoniche che determinano melodie uniche per palati fini, o meglio per uditi fini.
Essendo una musica che prende le distanze dai canoni commerciali della scena pop contemporanea, probabilmente non è per tutti, bisogna avere una certa sensibilità musicale per saperla cogliere.
È sotto molti aspetti una musica contemplativa, profonda, che richiede un fare esperienza dei sensi, un addentrarsi nei dettagli per coglierne l’essenza.
Ogni singolo suono è un tassello da ascoltare e riascoltare con particolare attenzione per comprendere al meglio la bontà dell’opera. Nonostante ciò, inevitabilmente vi è qualcosa che sfugge, essendo un lavoro di alta astrazione non c’è ascolto poetico che possa captare appieno l’ineffabile, l’ignoto che si nasconde dietro l’opera. Ed ecco che “Ostinatopia” si presta a tante chiavi di lettura quante sono le vedute di chi ne fruisce l’ascolto.
Non è possibile razionalizzare la bellezza per cui è l’ascoltatore che attraverso un percorso soggettivo di totale immersione e contemplazione di tale musica ricercherà una costruzione di senso, posto che se ne senta la necessità.
“Ostinatopia” è un EP composto da 5 tracce, in cui ognuna possiede dei tratti caratteristici che la distinguono nettamente dalle altre. Un ruolo di primaria importanza è svolto da due strumenti in particolare: chitarra acustica e piano.
In tutto sono poco meno di 20 minuti, 19 minuti e 16 secondi di totale immersione tra le note di questo EP.
Brano introduttivo dotato di alta percussione, è forse il brano che preserva più elementi di “Cloud”.
A prevalere è la chitarra, forte influenza folk, ma la canzone è in grado di trasmettere un forte senso di pace interiore all’ascoltatore.
Ritmo alto e tempi molto veloci, la traccia più energica e tecnologica dell’EP con uno stile che più si avvicina alla musica moderna.
Ha diverse analogie con Mosaic, una musicalità che dà la sensazione di descrivere scenari di natura rigogliosa e paesaggi sonori potenti.
È una cover, originariamente di Yanni. Come suggerisce il titolo, è caratterizzata da sonorità che creano un'atmosfera parzialmente cupa, come in Lore la batteria in sottofondo svolge un ruolo centrale nell’economia dei suoni.
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