Ben Denny Mo è nato nel sud di Londra ma cresciuto a Gozo, una delle isole maltesi. La musica ha avuto un ruolo importante nella sua vita fin da quando era molto piccolo, suonando in giro per Malta insieme a molti dei migliori musicisti locali. Dopo diversi anni vissuti in Inghilterra, è tornato di recente a Gozo, fondando la band Barefoot Lions e facendosi rapidamente un nome come artista.
Le sue influenze musicali includono John Martyn, Led Zeppelin, Citizen Cope e John Butler e, con una voce che copre un'ampia gamma di ottave, le sue canzoni hanno un suono molto distintivo. Descriverne il suono non è facile e ha quindi adottato il genere acoustic soul per riflettere molte delle canzoni che esegue.
Ben ha suonato in alcuni dei più grandi festival estivi britannici tra cui Glastonbury e Cambridge Folk Festival, oltre a esibirsi dal vivo alla radio nazionale. Due delle sue canzoni sono state BBC Introducing Records of the Week e si è esibito due volte all'Omeara di Londra.
Ben ha recentemente pubblicato "Purple Face", un EP di cinque tracce registrato con Jack Murphy degli Youth Killed It. Oltre a comparire regolarmente nelle radio locali della BBC, le sue canzoni sono state anche trasmesse su BBC6 Music. Prima di questo, ha registrato due EP inediti con Rhys Downing, che ha co-scritto il successo "Nothing Matters" di The Last Dinner Party, così come diverse altre canzoni del loro album di debutto.
Purple Face è una canzone che affronta il tema del superamento di una rottura e del confronto con il dolore che ne deriva. Con un inizio acustico minimalista, la traccia lascia spazio all'intimità, quasi come un momento di riflessione, prima di introdurre la piena strumentazione, simboleggiando forse un crescendo di emozioni che vanno dall'accettazione alla complessità del sentimento.
Il titolo, Purple Face si riferisce al colore viola, simbolo dell'invidia. In questo caso, è verso la serenità e la felicità che l'ex partner sembra aver trovato, un contrasto doloroso con i sentimenti di chi, invece, è rimasto a fare i conti con la nostalgia e la ferita della separazione. Il narratore vuole riuscire ad essere felice per l'ex, un desiderio sincero ma non privo di difficoltà, poiché accettare che qualcuno che abbiamo amato e che ci ha amato sia ora felice senza di noi è sempre un processo duro e spesso amaro.
L'immagine della "faccia viola" diventa quindi una rappresentazione visiva di questo struggimento interiore: il colore viola come metafora di un'invidia che però non si basa sul rancore, ma su un desiderio ferito di riuscire a lasciar andare, a voltare pagina senza rimanere intrappolati nell'amarezza.
Comments